Data visualization e giornalismo, un binomio vincente

Uno dei temi caldi nell’ambito del giornalismo ma nel grande mondo della busienss intelligence è quello della Data Visualization.

Con questo termine si intende fondamentalmente la rappresentazione grafica di dati e notizie a scopo informativo. Detta così, si potrebbe rispondere: ok, quindi stiamo parlando di tabelle e grafici.

Sì, ma non solo. Perché per fare tabelle e grafici basterebbe Excel o Power Point mentre con la data visualization si va molto molto più avanti.

Cosa intendiamo quando parliamo di data visualization

Fare un passo avanti con la data visualization significa portare la fruizione dei contenuti ad un livello nuovo e impensabile fino a pochi anni fa.

Il procedimento per produrre questi contenuti è relativamente lineare, ma presuppone una serie di competenze tecniche. Bisogna trasformare una serie di tabelle, dati e altre elaborazioni dei fogli di calcolo, con un pizzico di design, gusto e soprattutto fantasia.

Per fare un esempio banale ma intuitivo, le infografiche sono la forma di data visualization più semplice che esista oggi.

Nelle infografiche i dati vengono rappresentati non solo in base alla dimensione e peso di alcuni rispetto ad altri, ma anche secondo logiche estetiche e di usabilità. Se stiamo parlando di contenuti interattivi, come ad esempio ebook online o report, i dati raccolti seguono anche logiche di rilevanza rispetto al tema specifico.

Il visual storytelling è invece un processo più complesso e ragionato per la visualizzazione dei dati. Dietro ad ogni numero c’è una storia e tutto dipende da come vogliamo raccontare questa storia.

Se alla magia della statistica uniamo la magia dell’interpretazione e il gusto per l’estetica, il gioco è fatto.

I diversi elementi che compongono una visualizzazione dei dati vanno a creare un’unica creazione nuova, che descrivono un’analisi, una scoperta, un fatto o un reportage, riassumendolo in una forma grafica bella, intuitiva e utile. Non solo l’occhio vuole la sua parte, ma anche “basta un’occhiata” per capire di cosa stiamo parlando: questi sono i segreti che rendono la data visualization così appetibile.

Rendere l’analisi comprensibile e attraente: ecco la magia della data visualization. In un periodo storico in cui pochissimi hanno tempo e voglia di leggere i messaggi che ricevono, conquistare l’attenzione del pubblico con la grafica e l’interattività non è una mossa d’astuzia ma una reale necessità.

 

infografica

Un’infografica sul T-Rex e altri dinosauri

Ok, ma in concreto?

C’è uno (più di uno) attore sociale che più degli altri potrebbe avvantaggiarsi della data visualization e in paesi come gli USA l’hanno già capito da tempo.
Sto parlando di un tema quanto mai a noi caro: i giornali.

Avere una grande quantità di informazioni e trasformarle in una rappresentazione o in un grafico che sia bello, comprensibile e rapido da leggere: potrebbe esserci qualcosa di più interessante per i giornali?

Se pensiamo alla mole di informazione – date, nomi, numeri, paesi, persone con ruoli più o meno importanti, azioni che si ripetono, reati, ecc. ecc. – che stanno dietro alle grande indagini o inchieste giornalistiche, possiamo immaginare come una visualizzazione senza dubbio più smart possa trasformarsi in una strategia molto stimolante.

Se stentate a credere alle mie parole, vi mostro cosa ha fatto il Guardian tempo fa sull’incendio in Tasmania, documentato dal fotoreporter Tim Holmes. Il risultato è impressionante, coinvolgente e intrigante, riuscendo a farsi leggere anche da chi normalmente non legge il Guardian.

Giornali che fanno Data Visualization

Pionieri nel campo dell’innovazione anche giornalistica, gli americani da tempo sperimentano la data visualization in vari modi. Oltre al già citato Guardian, il New York Times si è da tempo lanciato in una ristrutturazione sempre più aperta al digitale.

Nel 2017, il NYT ha firmato un documento intitolato “Journalism that Stands apart” – il giornalismo che si distingue – che traghetterà la celebre testata giornalistica verso una trasformazione sempre più digitale. Più contenuti video e immagini, maggiore interazione con i lettori, più racconti visivi, maggiore libertà nello stile.

Un giornalismo serio, eccellente, ma non più racchiuso sulla sua rocca coriacea.

Parliamo quindi di formati innovativi e creativi, sempre più intrcambiabili e simili alla società a cui fanno da portavoce. Attualmente, anche la sua versione cartacea ha uno speciale dedicato ai data e alla loro visualizzazione grafica: si chiama Flowingdata.

Il Guardian trova il suo corrispettivo in una sezione apposita dedicata; se  vogliamo tornare in Europa, invece, Le Monde parigino ha il suo Les Décodeurs.

E in Italia? Timidi esperimenti sono stati fatti da testate come Il Corriere della Sera o Repubblica. Ma propbabilmente chi è più avanti in questo senso è Infodata del Sole24ore, come possiamo vedere dalla infografica di seguito.

EXTRA: tool e strumenti

Se il mondo della data visualization vi attrae, ecco degli strumenti da cui partire per farne esperienza:

  • Carto, ha sviluppato una piattaforma da embeddare su web e anche app mobile che può mettere in relazione i tabulari con le mappe geografiche
  • ZingChart: è un software accessibile e utilizzabile via internet che consente di creare grafici esteticamente ben fatti, animati e interattivi
  • Piktochart è un tool freemium che permette di comporre e personalizzare infografiche con  risultati soddisfacenti
  • Tableau e Qlik View sono strumenti utili soprattutto per le aziende: integrabili con altri programmi per i Big Data, questi strumenti sono di facilissimo utilizzo e possono creare sterminate visualizzazioni grafiche
  • Highcharts è un programma a pagamento per creare report interattivi di qualsivoglia specie
  • Datawrapper: celebre ed utilizzatissimo programma per la data visualization, permette di creare mappe e grafici a partire da un semplice csv
  • Power BI, la soluzione di Microsfot per la data visualization permette di creare dashboard facilmente integrabili con dati provenienti da fonti diverse
  • e molti altri: c’è solo da provare e scegliere 😉

Social Media, Instagram Stories e interattività

In conclusione, vorrei citare uno straordinario uso di visual e data storytelling nell’esperimento riuscitissimo fatto dalla NY Public Library.

Il punto di partenza per questa storia sono le Instagram Stories, ciò di più temporaneo e frivolo brulica sui nostri telefoni. La NY Public Library ha pensato di prendere questo mezzo, così amato da teen, brand ma anche da tutti gli altri utilizzatori di Instagram, per avvicinarli alla lettura dei grandi classici. Come?
Creando delle mini instagram stories che riassumessero in un’immagine un capitolo, paragrafo o episodio della storia del libro, creando delle hightliths complete con tutta la storia.

Queste stories da leggere sono dei piccoli capolavori concentrati di visual storytelling, che hanno permesso di rileggere in chiave più tecnologica classici come Alice nel Paese delle Meraviglie, La Metamorfosi di Kafka, Il corvo di Edgar Allan Poe… Sono ancora visibili sul profilo IG della Biblioteca, ne consigliamo caldamente la lettura – anzi, la visualizzazione.

 

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