Leadership sul web: gli strumenti utili per misurarla efficacemente

leadership sul web e media intelligence

Che cosa significa essere un leader? Quali sono le caratteristiche che costituiscono una leadership efficace? Queste sono due questioni sempre più centrali in diversi settori. In particolare, ovviamente, nel mondo produttivo, dove la presenza o l’assenza di un buon leader possono determinare il successo o il fallimento di una azienda. Prima però di andare ad approfondire alcuni elementi fondamentali su cui si basa una leadership femminile efficace, utilizzando le parole di una vera esperta del settore, diventa necessario provare a rispondere ad altri interrogativi altrettanto importanti: come misurare la leadership? E ancora, entrando nello specifico, come misurare la leadership sul web attraverso strumenti come la media intelligence?

Infatti, ormai, la propria identità online influenza in maniera diretta la reputazione nel mondo offline. Per cui i due aspetti della vita di ciascuno non possono più essere scissi, e curare in maniera efficace la propria presenza nel mondo digitale non è più un optional, ma un elemento imprescindibile nella vita di tutti.

media intelligence dashboard

Come si misura la leadership sul web?

Per riuscire a comprendere il livello della propria digital reputation occorre rivolgersi a degli specialisti del settore che possano offrire strumenti ad hoc per centrare tale obiettivo. Ne è un esempio calzante il servizio Intelligence de L’Eco della Stampa che, monitorando sentiment, reach e valore economico della tua comunicazione, offre una fotografia puntuale e personalizzata dei tuoi risultati online e offline, fruibili grazie ad una dashboard di media intelligence efficace per monitorare e analizzare la stampa, i siti web, la radio, la televisione e tutti i social media principali in modo integrato.

Il servizio Intelligence garantisce infatti anche una valutazione qualitativa delle proprie attività e della propria leadership sul web, stimando il sentiment, ovvero ciò che gli utenti pensano rispetto a un brand, un argomento e una persona. A questo si aggiunge il servizio AVE, per chi sottoscrive tale piano di comprendere il ritorno d’investimento dei contenuti pubblicitari che appaiono sia online che offline.

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Leadeship al femminile: il racconto di Cristina Scocchia

Passando dalla misurazione della leadership sul web a quali caratteristiche debba avere una leadership femminile efficace a 360°, si può fare ricorso alle parole di chi ha raggiunto tali gradi sul campo e che attraverso la propria carriera rappresenta un esempio fulgido di come si diventa leader.  Nella sua intervista su Media Intelligence Arena, Cristina Scocchia, attuale amministratore delegato di Illycaffè, ha raccontato le sfide affrontate come donna e i risultati raggiunti. Tra questi un curriculum che la vede aver ricoperto ruoli apicali in alcune delle aziende più conosciute in Italia e nel mondo.

L’attuale CEO di Illy esordisce mettendo in risalto i “due tratti caratteriali che mi hanno aiutato” per la costruzione della sua leadership femminile vale a dire “da una parte il pragmatismo, andare dritta al punto e al cuore del problema; dall’altra decidere in maniera rapida. Ho un buon mix tra pragmatismo e pensiero strategico. Ho sempre amato definirmi pragmaticamente strategica e strategicamente pragmatica”. Una autodefinizione che le ha permesso nelle sue esperienze di “avere una visione e sviluppare strategie di lungo termine ma senza fronzoli”. 

D’altronde, come spiegato dalla stessa Scocchia, una sua caratteristica peculiare è quella di saper “giocare su più tavoli”. Una qualità che le ha permesso “Una volta laureata, mi sono presa due mesi di riposo, ma poi ho iniziato un dottorato a Ginevra, continuando a lavorare nella P&G Svizzera. La tesi di dottorato è coincisa con il parto. Quindi mentre allattavo scrivevo la tesi. Questo mi ha stancato ma mi ha dato tante energie e stimoli a livello intellettuale. Amo l’adrenalina di essere poliedrica”.

Gli insegnamenti della CEO di Illy

Per Socrate l’obiettivo principale della filosofia, sintetizzando, era racchiuso nella frase “conosci te stesso” presente sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Un motto che sembra essere stato interiorizzato anche da Cristina Scocchia. Così si racconta infatti: “Ognuno deve conoscere la propria inclinazione. C’è chi ha bisogno di specializzarsi. Io, ad esempio, ho scoperto con il tempo che mi piace spaziare, senza avere la presunzione di essere perfetta”.

Parlando invece degli obiettivi da perseguire nella sua esperienza a Illycaffè, la massima dirigente esprime la sua visione soffermandosi sul tema dell’“empowerement”. Se questo deve coniugarsi per forza con il merito, “tuttavia se il talento è equamente distribuito, le opportunità non lo sono. Ci sono pregiudizi, stereotipi e bias culturali che offrono ad alcuni più possibilità di altri. In particolare i maschi bianchi. Un’azienda deve cercare di rimuovere questi pregiudizi e basarsi solo sui risultati, sul merito e l’impegno”.  A questo si aggiunge la necessità di offrire ai dipendenti la possibilità di “conciliare vita privata e professionale, con flessibilità, sostegni alle famiglie. Ma anche tanta formazione”. 

Rispetto ai suoi punti di riferimento, Cristina Scocchia non ha dubbi su chi deve ringraziare in primis per i suoi successi. Si tratta dei “miei genitori, i quali mi sono stati vicini anche nei momenti più difficili. Mio padre mi ha insegnato che, nonostante ci siano punti di partenza più facili e più difficili, si può passare la vita a lamentarsi di quanto si è sfortunati oppure impiegare lo stesso tempo per concentrarsi sul punto di arrivo”.

La definizione di leadership di Cristina Scocchia

A questo si aggiunge un ulteriore insegnamento da tenere a mente per chi ha paura di sbagliare: “Non c’è niente di male a fallire, se si dà il massimo e non si tradisce sé stessi, si può anche perdere ma si esce dall’arena a testa alta. Se si riesce a centrare il successo, anche con un pizzico di fortuna meglio, sennò valeva comunque la pena provare”. Un’indicazione questa che ha anche una seconda parte, tenendo a mente che “mentre si corre la propria maratona, bisogna pensare anche a quella degli altri. Se c’è qualcuno in difficoltà bisogna saper rallentare e anche fermarsi per dare una mano a chi sta indietro”.

Una lezione, quest’ultima, fondamentale nella costruzione di una leadership femminile sana ed efficace, rimasta nel modo di agire della dottoressa Scocchia anche nel suo modo di intendere il ruolo delle aziende nella società, da considerare come “attori sociali”. Così “chi fa il mio lavoro come leader deve cercare di dare un impatto positivo perseguendo una meta olistica, capace di mettere insieme il valore con i valori. Vale a dire il valore economico dell’azienda ma anche i valori etici e sociali da sviluppare”. 

Infine, tornando all’interrogativo iniziale su quali siano le prerogative di un e una leader, è possibile concludere prendendo in prestito nuovamente le parole di Cristina Scocchia: “La leadership non è potere, ma prendersi cura delle persone che si affidano al leader”.

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