Radio e TV: ritorno ai classici della comunicazione nella rivoluzione digitale

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In una società caratterizzata da una rivoluzione digitale in atto, l’errore nel quale si rischia di inciampare può essere quello di sottostimare l’importanza dei mezzi di comunicazione più classici come radio e TV. In realtà, come diversi report segnalano, sia la radio che la TV si confermano canali di comunicazione potenti e adattati in maniera naturale alla fruizione digitale del pubblico. Questo ha permesso a entrambi, nonostante l’avvento dei social e di altri canali di comunicazione, di rimanere ancora tra i più efficaci veicoli attraverso i quali diffondere la propria campagna promozionale. Con i servizi di L’Eco della Stampa scopriamo insieme come monitorare tali strumenti e performare al massimo.

Rispetto al recente passato, abbiamo assistito anche a un’esplosione di canali e di programmi su entrambi i mezzi di comunicazione. Per tale ragione, uno degli strumenti fondamentali in una strategia di comunicazione è il servizio di monitoraggio Radio e TV.

L’Eco della Stampa, ad esempio, garantisce in questo ambito ai propri clienti una copertura completa di rilevazioni entro 30  minuti dalla diretta. Non solo. Grazie alla propria strumentazione innovativa, è possibile il rintracciamento anche in trasmissioni andate in onda nel passato. Il tutto in un’ottica comparativa, per comprendere a 360° il proprio posizionamento rispetto ai competitor, al settore di business e al target di pubblico che si intende raggiungere.

Ritorno ai classici tra Radio e TV

Come detto, sono diversi i rapporti statistici che mostrano l’importanza cruciale ancora ricoperta da televisione e radio, che confermano il loro forte impatto sul pubblico.

Tra queste troviamo la pubblicazione “I media dopo la pandemia: le diete mediatiche degli italiani nel 2021”. Il report diffuso dal Censis nel dicembre 2021 che analizza i trend della comunicazione nel New Normal. Come è possibile leggere nel 55° rapporto del Centro Studi Investimenti Sociali, nell’ultimo anno si è assistito a un aumento del pubblico televisivo. Un incremento registrato sia attraverso una fruizione tradizionale che digitale.

Attraverso questa analisi emerge un primo dato importante. La visione di un programma non si riduce alla sua messa in onda, ma prosegue nel tempo grazie ai servizi di streaming attualmente presenti. Per questo motivo diventa sempre più necessario affidarsi a un servizio di monitoraggio capace di riuscire a osservare nel tempo i passaggi che si susseguono su quelle che possono essere considerate ormai delle piattaforme ibride.

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Aumento del pubblico per la “nuova televisione”

Si parla quindi di quella che viene definita come la “televisione fuori dal televisore”, in una nuova società “multiscreen” e iper connessa. Non è quindi più importante su quale schermo si fruisce del contenuto multimediale. Nel 2021 si è verificata una vera e propria esplosione di questo fenomeno. Sono 7,3 milioni gli utenti che vedono on demand un programma trasmesso nel palinsesto televisivo in differita. Di questi, inoltre, è interessante osservare come 4,2 milioni utilizzano il proprio smartphone. 

Per tale ragione, le rilevazioni dell’Auditel sul livello di successo e gradimento devono tener conto delle visioni successive online. Ma non si tratta dell’unica relazione tra web e televisione in quanto mezzi di comunicazione. Infatti, nel corso del tempo, i rapporti tra i due media si sono sempre più intensificati, contribuendo alla nascita della Social TV.

Diventa così sempre più necessario controllare quale sia il sentiment e le interazioni che si registrano sui social. Gli utenti, infatti, si scatenano nel commentare online quello che stanno guardando su uno dei tanti schermi a loro disposizione.

Il 2020 ha portato a una crescita impressionante del cosiddetto Dialogo Digitale, con +98% osservato rispetto al 2019, come è stato reso pubblico nell’ultimo Social Content Ratings rilasciato da Talkwalker nel gennaio 2021.

La radio in streaming

La radio mostra ancora di più la sua capacità di adattamento sui nuovi canali digitali. Sempre secondo il Censis, infatti, l’ascolto attraverso l’apparecchio radiofonico, in casa e in auto, perde rispettivamente il 2,1% e il 3,6%. Contestualmente, però, viene rilevato un aumento del 2,9% dello streaming su PC, e del 2,5% via smartphone.

Per ascoltare questi contenuti, quindi, ci si sposta verso quella che ha preso il nome di radiovisione. Vengono in questo modo premiate le trasmissioni che integrano l’aspetto visivo all’elemento audio, fruiti su Smart TV, computer e smartphone. Anche per la radio il futuro sembra quindi essere on demand. Gli utenti sembrano pronti a spostarsi in generale verso un tipo di consumo personalizzato, che vada cioè oltre l’orario della diretta.

Come riportato dal Censis, si registra un incremento dell’8% di ascolti, o visioni, su device come smartphone, tablet e computer, insieme a un aumento del 4,7% via TV. 

Anche i dati rilasciati da TER (Tavolo Editori Radio) confermano questo ottimo stato di salute. Questi mostrano una crescita della platea di pubblico, rispettivamente dell’1,5% per il periodo compreso tra il 27 aprile e il 5 luglio, e del 2,2% per quello che va dal 18 maggio al 26 luglio.

Radio e TV, i nuovi-vecchi mezzi di comunicazione nell’epoca del digitale

In conclusione, la crescita delle piattaforme digitali non sembra sottrarre audience a mezzi più tradizionali come radio e televisione. Anzi, le nuove tecnologie potrebbero aver dato nuova linfa a questi media, i quali godono spesso del riconoscimento di una maggiore autorevolezza, soprattutto nel campo dell’informazione.

Di conseguenza, se è ormai diventato fondamentale per un’azienda attuare una strategia di monitoraggio della propria reputazione sul web, è altrettanto necessario non tralasciare l’impatto del proprio brand sui “classici della comunicazione”, servendosi di servizi in grado di osservare in maniera puntuale la quantità e la qualità della propria presenza su radio e TV.

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