NFT: cosa sono e come le aziende possono beneficiarne per la loro comunicazione

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Un acronimo che è sulla bocca di tutti. Una sigla che è ormai diventata un trend. Tre semplici lettere che promettono di cambiare il mercato globale dell’economia. Tutti li cercano, tutti li vogliono. C’è chi ha già sborsato milioni per accaparrarseli. Ma cosa sono esattamente gli NFT? Nell’ultimo appuntamento del nostro ECOffee, ne abbiamo parlato con Michele Imbimbo, imprenditore digitale e CEO di Stargraph, il primo e finora unico marketplace italiano di NFT, per comprendere meglio questo fenomeno.

NFT: una spiegazione for dummies

L’acronimo sta per non fungible token, che in italiano potremmo tradurre con “gettone non fungibile” o “gettone non riproducibile”. Gli NFT sono, infatti, dei certificati di autenticità digitale, dei contenuti digitali intangibili, infinitamente replicabili eppure uguali a tanti altri, che però diventano unici grazie a una certificazione che avviene tramite blockchain, la tecnologia diventata famosa grazie alle criptovalute.

“Un NFT è paragonabile a un certificato di proprietà”, ci racconta Michele Imbimbo, “che mi certifica, appunto, proprietario di tutti gli asset digitali appartenenti a quell’NFT. Che può essere una foto, un video, un file, un avatar, un documento, ma anche un’esperienza o un bene fisico”.

Gioco, arte, esperienza: un NFT può essere molte cose

I non fungible token sono versatili, un trend destinato a confermarsi: possono essere infatti usati per rappresentare qualsiasi cosa: arte, strumenti di gioco, biglietti, accesso ad esperienze sociali. Nell’ambito del gioco, per esempio, gli utenti possono utilizzare i loro NFT per acquistare contenuti extra, strumenti per progredire nei vari “mondi” e livelli, ma possono anche scambiarli su mercati dedicati come se fosse una moneta. I beni di gioco, così, diventano reali e acquisiscono un valore tangibile.

“Gli NFT stanno avendo successo perché hanno tre caratteristiche: sono immutabili, quindi non si possono modificare; posseggono una loro storicità, anche essa immutabile e garantita dalla tecnologia blockchain; sono commercializzabili, quindi assumono un valore e creano un mercato. Oggi la curva di crescita di questo fenomeno è paragonabile a quella di internet agli inizi degli anni ’90. È una tecnologia che diventerà mainstream nel giro di pochi anni”.

Come le aziende possono sfruttare il trend degli NFT per la loro comunicazione

Ci sono due modi in cui le aziende stanno approcciando il mondo degli NFT. Il primo è quello di acquistare NFT di collezioni già esistenti, così da entrare in contatto con comunità e target ben specifici. È il caso di Visa, la società dei pagamenti internazionali, che ha acquistato per 150.000 dollari CryptoPunk 7610, un token non fungibile, diventando così una delle prime società tradizionali a farlo. Perché, come ha dichiarato Cuy Sheffield, responsabile della divisione criptovaluta di Visa: “Crediamo che gli NFT giocheranno un ruolo importante nel futuro della vendita al dettaglio, dei social media, dell’intrattenimento e del commercio”.

La seconda modalità è quella di creare una propria collezione di NFT. Che, come ci racconta sempre Michele Imbimbo, può a sua volta avere due diverse declinazioni: “Una commerciale, dove creo delle collezioni per venderle ai miei utenti e inserirmi all’interno di questo mercato. Oppure, come abbiamo fatto noi di Stargraph con Intesa San Paolo, lavorare sulla loyalty. Ovvero, creo degli nft e li distribuisco gratuitamente ai miei clienti più fedeli”.

NFT: un valore anche per il settore pubblico?

Quello degli NFT non è solo un fenomeno che riguarda le aziende del settore privato. Anche il pubblico può sfruttarne le potenzialità e beneficiare dei vantaggi che ne derivano. Per esempio, nel turismo, nell’arte, nei servizi, per avere un accesso esclusivo a esperienze, luoghi d’arte, eventi e attività.

“Oggi, per esempio, si parla molto di metaverso. Ecco, un ambito di applicazione per gli enti pubblici potrebbe essere proprio questo: garantire agli utenti, tramite l’utilizzo di nft, l’accesso a esperienze culturali esclusive all’interno di questa dimensione virtuale”.

Come tutelarsi da truffe o falsi NFT?

Nel mondo crypto si usa un (altro) acronimo: DYOR, Do Your Own Research. Che vuol dire “informati”, “fai le tue ricerche”. Prima di investire nella cryptovaluta e negli NFT, infatti, è importante conoscere bene questo mercato, studiare i meccanismi che ci sono alla base, come lo smart contract , e affidarsi a persone esperte e competenti.

È un mondo nuovo ed è molto difficile essere tutelati al 100%. Le truffe sono molto diffuse ed è facile caderci se si è inesperti” suggerisce Michele Imbimbo. “Diffidate da chi vi promette guadagni folli in pochi click e studiate bene questo mondo che, seppure stimolante e affascinante, può nascondere delle insidie”.

Qualche lettura per conoscere meglio il mondo degli NFT e i trend annessi:

Roberto Garavaglia, Tutto sugli NFT. Crypto art, token, blockchain e loro applicazioni

Henry D.Stone, Metaverso: La Rivoluzione del Play to Earn: Conoscere e Investire in Mondi Virtuali, NFT e Crypto Assets

La Media Intelligence Arena e i servizi de L’Eco della Stampa

Se desideri approfondire l’intrigante e attualissimo mondo degli NFT, rivedi l’intervista a Michele Imbimbo online su Media Intelligence Arena dove, esplorando tutti i nostri contenuti disponibili on demand, potrai anche approfondire conoscenze e curiosità sul mondo della comunicazione e gli ultimi trend associati. E se vuoi conoscere i servizi che L’Eco della Stampa mette a disposizione per le aziende, visita la pagina dedicata sul sito.

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