Federica Mutti: Content Creator a impatto positivo

Nata nel 1995 in Brianza, Federica Mutti è un’imprenditrice digitale specializzata in contenuti web sul tema del lavoro. Federica tratta anche di crescita personale e finanziaria, dell’economia e dell’empowerment giovanile. Il suo obiettivo è quello di ispirare le persone a raggiungere i propri obiettivi di vita e di carriera. Attraverso YouTube racconta sia della sua storia professionale e del suo progetto imprenditoriale digitale.

Il percorso di Federica come imprenditrice digitale è d’ispirazione per molti ragazzi e ragazze, ma anche adulti, aziende, che vogliono reinventarsi e rimettersi in gioco. Non solo, la strategia ad “impatto positivo” vive nei valori che molti oggi ricercano nell’intero ambito comunicativo: curiosità, creatività ed equilibrio.

Con Federica abbiamo parlato del suo lavoro e delle sue strategie di comunicazione, per trovare input e ispirazione direttamente da chi lavora nel mondo digitale. Dai contenuti di Federica Mutti emerge un grande legame tra gli aspetti comunicativi e quelli più umani. Federica nostra ospite anche per New Normal Live sulla piattaforma Media Intelligence Arenacome molti specialisti della comunicazione contemporanea, ha riconosciuto la necessità di trovare un legame d’interdipendenza tra la propria comunicazione e il proprio modo di essere. Particolarmente interessante nel suo caso è stato ritrovare una dimensione sostenibile e di empatia, nei confronti dei contenuti prodotti e in generale rispetto al suo modo di guardare il mondo. 

New Normal Live; Federica Mutti; Filippo Poletti

Intervista con Federica Mutti

Ascolto, curiosità, autenticità e originalità, sono ingredienti che tutti vorrebbero nella propria comunicazione. Federica Mutti li ritrova in un approccio sostenibile, in grado di nutrire innanzitutto la persona. Solo successivamente, questo approccio si riflette sul suo modo di comunicare e di lavorare.

Come definisci il tuo modo di porti a “impatto positivo”?

Per me l’impatto positivo è prima di tutto un approccio al lavoro di un certo tipo. Rispetto al mio lavoro si tratta specialmente di guardare e prestare attenzione al contributo che posso dare alle persone. La cosa più bella è sapere che qualcosa di cui ho parlato nei miei contenuti è stata effettivamente utile nella realtà delle persone che mi seguono, anche nelle piccole cose. Significa anche creare un dialogo con la community. Un atteggiamento attivo di scambio e confronto con i miei destinatari. 

Lavorare con una strategia a “impatto positivo” significa per me anche essere una content creator che non vive e lavora per alzare le metriche, ma per aiutare le persone, fossero anche poche. Un altro elemento importante dell’impatto positivo è legato alla sfera della sostenibilità. Io non mi occupo direttamente di ambiente sostenibile, comunque è importante per me trasmettere un approccio umano al lavoro e al mondo del business. Il mio impegno si può tradurre più in una sensibilità dal punto di vista lavorativo. 

L’approccio sostenibile dal punto di vista lavorativo per me è non rincorrere la performance, ma più che altro fare ciò che si fa col cuore, riuscendo a godersi i propri piccoli successi. Moltissime persone amano il lavoro che fanno perché se lo sono create da sole, ma in molti si riempiono di tante cose da fare. Spesso si finisce per non riuscire a godersi neanche i propri successi appieno. Per evitare di sovraccaricarsi secondo me è fondamentale tenere bene a mente la propria bussola, ovvero il significato di ciò che stiamo facendo e il perché lo stiamo facendo. Per sintetizzare un approccio più qualitativo che quantitativo al lavoro, più umano e meno performativo.

Federica Mutti e creatività: in che modo può essere applicata al mondo del lavoro dalle persone e dalle aziende.

Federica Mutti; content creator; creatività; Media Intelligence Arena

La creatività è un elemento fondamentale della mia vita, forse proprio perché quando ero più piccola non ho dedicato molto tempo a questo aspetto. Creatività significa non avere paura di esplorare e conoscere nuove persone e nuove esperienze. Essere creativi è un atteggio di apertura, che accoglie il “nuovo” o “diverso”. 

Molto spesso quando si lavora nel mondo digital si creano queste bubble, dove i social media continuano a consigliarci solo i contenuti che ci interessano. In questo modo è facile rimanere chiusi nel proprio mondo, senza venire stimolati da argomenti diversi da ciò che pensiamo, continuando in qualche modo a confermare e solcare le stesse strade già battute.

É importante essere consapevoli di questo e dunque trovare il modo di uscire dalla propria bolla, lasciarsi contaminare da cose diverse. Lo stesso discorso vale per un’azienda, che può e deve sicuramente ispirarsi ai suoi competitor e il suo settore, ma perché non prendere spunto da tutt’altro e magari creare sinergie con altri settori?

Le visioni aziendali hanno una certa verticalità che spesso rischia di rimanere piuttosto rigida. In realtà le cose belle che generano risultati e catturano l’attenzione sono proprio quelle più inaspettate. Quelle nate dall’unione di settori e punti di vista diversi. Detto questo però la creatività va allenata, nella vita privata come sul lavoro, leggendo, conoscendo nuove persone, alimentando prima di tutto la propria curiosità. Inoltre ci vuole coraggio, per uscire dai sentieri già battuti.

Quali sono i tuoi “social preferiti” per dialogare con il tuo pubblico e come mai?

Non l’ho ancora annunciato ufficialmente ma ho appena terminato di scrivere il mio primo libro “Crescere con YouTubeche uscirà a fine maggio con la casa editrice Hoepli per la collana di Digital Marketing. Questo libro parla proprio del mio social del cuore: YouTube. Per me questo canale è stata la piattaforma con cui ho iniziato e che mi ha più appassionato. Mi ha reso una persona coraggiosa. Grazie a YouTube ho imparato a parlare in pubblico e ad essere più aperta con gli altri. 

È un territorio creativo. Su YouTube si può caricare un video di qualsiasi minutaggio e che integri linguaggi diversi: foto, video, audio, musica e scrittura. In più, secondo me, YouTube è l’ideale per raggiungere il proprio target, grazie anche alla SEO e altre accortezze. Così si riesce a raccontare una storia e ad arrivare in modo molto diretto al pubblico interessato. YouTube che ha un tempo di permanenza anche più lungo rispetto agli altri social. Inoltre, combacia con un’idea di contenuti più elaborati e che sento più “miei”.

Federica Mutti: come trovare un punto di incontro tra creatività ed esigenze aziendali.

La prima regola che mi sono data come content creator è quella di collaborare con aziende che possano interessare la mia community, con prodotti che io per prima userei volentieri. La difficoltà poi di conciliare diversi obiettivi c’è. Può succedere che le esigenze corporate da parte delle aziende magari non siano esattamente in linea con il linguaggio da utilizzare in un canale come YouTube. La cosa migliore è avere carta bianca. Il content creator conosce la sua community e può integrare in modo originale il messaggio di un brand, se ha lo spazio per essere creativo. Il content creator non è solo un influencer che dà accesso a una community. E’ qualcuno che con un occhio diverso può parlare di un brand in modo inedito e originale. Ad esempio, il canale Americano “Yes Theory”, ha fatto un video in collaborazione con Google. Questo è un ottimo esempio, Google era inserito perfettamente nella storia. Insomma, la collaborazione tra content creator e aziende è un’opportunità, se si mette benzina alla creatività! 

I brand oggi parlano molto di autenticità.

Un’attività che secondo me funziona molto bene è mostrare il dietro le quinte di un brand. Moltissime realtà sono nate di recente e hanno avuto molto successo coinvolgendo il loro pubblico. Non solo dal punto di vista del prodotto o del servizio offerto, ma proprio mostrando il dietro le quinte del loro lavoro. Raccontare il processo di come si è venuto a creare un brand o un servizio, è sempre una cosa molto interessante per le persone. Questa è una delle prime cose che farei come content creator se dovessi raccontare un brand. Si tratta di una strategia molto lontana dalla pubblicità classica. E’ anche un modo di coinvolgere il team di lavoro in modo molto più sincero, mostrando ad esempio la realtà quotidiana di ognuno. Questo si può fare ovviamente solo nel momento in cui c’è un ambiente lavorativo sereno, un team convinto ed entusiasta di quello che fa. 

Un brand, per mostrare la sua realtà, le sue fondamenta, deve aver costruito anche un ambiente di lavoro armonioso e sostenibile. Da utente se ricevo un contenuto che racconta un brand in questo modo, il messaggio è quello di un’azienda in salute, in cui è bello essere coinvolti anche come consumatori. Se l’azienda e i suoi collaboratori credono nella propria azienda, anche un potenziale consumatore sarà invogliato a farlo. 

Ecco il link per guardare l’intervista completa a Federica on demand sulla nostra piattaforma Media Intelligence Arena!

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