La tecnologia blockchain e le sue applicazioni

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La tecnologia blockchain è nata nel settore delle criptovalute e dei bitcoin. Oggi vede sempre maggiori applicazioni in ambiti diversi, dalla filiera agroalimentare alle assicurazioni, dalla pubblica amministrazione alle piattaforme di streaming musicale.

Affidare le proprie informazioni a questo database condiviso, che si serve di un processo di crittografia, offre un elevato grado di sicurezza. A conferma di ciò, il settimanale The Economist ha già da tempo definito la blockchain come the trust machine, cioè la macchina della fiducia, in grado di creare un forte legame con il consumatore di beni o servizi. Vediamo, allora, come funziona questa tecnologia e cosa ne garantisce la sicurezza. 

Come funziona la blockchain

La blockchain è considerata, spesso, l’evoluzione digitale di un libro mastro in cui si annotano le transazioni: un distributed ledger, un registro composto da una “catena di blocchi” di informazioni. La sua forza è data da alcune caratteristiche specifiche, prima tra tutte il fatto che sia un database distribuito su moltissimi nodi (computer), che replicano e salvano ognuno una copia identica del libro principale. Questo significa che né l’ordine, né i dati stessi, compresi quelli già esistenti, possono subire una modifica senza che l’intero sistema se ne accorga. Inoltre, se uno dei nodi venisse danneggiato, il contenuto non andrebbe perso, perché si trova anche in altri nodi. Registrare, conservare e condividere informazioni diventano, così, pratiche molto più veloci e sicure.

I protocolli di validazione

Possedere il software della blockchain non è un requisito sufficiente, affinché un computer diventi un nodo: è necessario che un miner (in genere costituito da una batteria di computer) controlli il nodo e lo autorizzi a inserire le nuove informazioni nella catena. Ciò avviene attraverso un protocollo di validazione, composto da algoritmi che approvano l’immissione e garantiscono che le precedenti informazioni non vengano modificate.

Esistono tipi diversi di protocollo, ma i principali sono:

  • Proof of Work, il più longevo e noto, su cui si basa Bitcoin. Efficace e sicuro, ha tempi di validazione lunghi (un nuovo blocco viene aggiunto ogni 10 minuti) e necessita di computer sempre più potenti man mano che la catena si allunga;
  • il protocollo Proof of Stake è una versione semplificata del precedente, in cui i tempi di validazione si riducono.
stringhe di codice

Decentralizzare le informazioni per renderle più sicure

La blockchain è una tecnologia che si adatta alle più diverse esigenze di utilizzo e che può trovare applicazione in ogni realtà in cui è necessaria una decentralizzazione del controllo sull’informazione. Come abbiamo visto, è un sistema complesso da attaccare, che difficilmente va in contro a danni o collassi di varia natura, tanto meno per errore umano o manomissione volontaria. Nessuno, infatti, può modificare i dati all’insaputa della rete e l’informazione diventa più sicura man mano che nuovi blocchi vengono aggiunti alla catena. Il protocollo di validazione, infatti, autorizza uno per volta gli operatori ad immettere nuovi contenuti. La crittografia “sigilla” questo sistema e rende il tutto accessibile solo a chi sia in grado di decrittarlo.

Tipologie di blockchain: pubblica, permissioned e privata

Esistono diverse tipologie di blockchain, in cui la differenza di base è rappresentata dalle autorizzazioni. A seconda di chi può leggere l’intera catena, aggiungere un nuovo blocco e controllare la rete (miner), si possono distinguere diversi sistemi, che possono anche combinarsi tra loro:

  • blockchain pubblica. Chiunque può scaricare il software e creare un nodo, come accade per Bitcoin: è un sistema alla pari, in cui nessun partecipante ha privilegi rispetto all’altro. Impiega molto tempo a validare un nuovo nodo (poor performance), la privacy è garantita dalla crittografia e la sicurezza aumenta insieme al numero dei nodi;
  • consortium blockchain (permissioned). Per diventare un nodo è necessario un permesso da parte dell’autorità centrale. I ruoli di ogni utente sono specifici e definiti. Le performance sono già elevate, ma non è garantita l’immutabilità dell’informazione conservata;
  • private blockchain. Reti private veloci e dai costi contenuti, in cui si mantengono i soli benefici della crittografia, a livello di sicurezza.

Agrifood e blockchain, un binomio che guarda al futuro

La blockchain ha ottenuto grande successo ed è stata testata in svariati settori, come nell’agrifood, in cui c’è la necessità di rafforzare la fiducia del consumatore nei confronti dell’azienda. Le applicazioni sono ancora poche nel nostro Paese – l’Osservatorio Smart AgriFood parla del 3% – ma le potenzialità sono infinite. In un mercato in cui cresce la richiesta di informazioni su ogni prodotto, infatti, la blockchain diventa uno strumento digitale pratico e veloce in grado di assicurare trasparenza dell’intera filiera.

Questa tecnologia può inoltre snellire le modalità di pagamento, aiutare a ridurre gli spechi alimentari, prevenire frodi e contraffazioni. Uno sguardo verso il futuro, che in molti casi è già realtà. Lo dimostrano alcuni progetti di tracciabilità come My Story™, che permette di accedere a informazioni su ogni prodotto e su ogni fase della sua lavorazione.

Campo con spighe

Altre applicazioni della blockchain

Grazie alla tecnologia blockchain, pagamenti e trasferimenti di denaro potrebbero diventare sempre più sicuri, veloci ed economici. Molte startup lavorano a queste soluzioni, con l’intenzione di trasformare l’attuale panorama. Anche la cybersecurity e la gestione del rischio guardano con interesse ai grandi benefici di questa tecnologia. Ma le applicazioni sono, come già ricordato, molteplici. La Holberton School di San Francisco, per esempio, è la prima istituzione scolastica ad utilizzarla per gestire i titoli accademici. Da ricordare, infine, FollowMyVote, un sistema testato nelle ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

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