Crowdfunding, c’è posto in Italia? Ce ne parla D’Onofrio di Assiteca.

Giovedì 26 Gennaio L’Eco della Stampa ha partecipato come finalista alla settima edizione del Premio Assiteca, dedicato quest’anno all’innovazione digitale in azienda. Consentiteci un attimo di compiacimento: è una soddisfazione per noi, con i nostri 116 anni di vita, salire sul palco dell’innovazione insieme a realtà prestigiose come Banca Mediolanum, Natuzzi, ERG, Eataly e molte altre. La nostra App è stata selezionata tra le finaliste per le Soluzioni Mobile e questo ci rende molto fieri.

Oltre ai tantissimi progetti innovativi che hanno eccelso nelle rispettive categorie, ci ha colpito moltissimo la presentazione della piattaforma Assiteca Crowd Donor che ha presentato la nuova piattaforma che andrà ad affiancare Assiteca Crowd Equity, già attiva da Ottobre 2013.

Chi non conosce Kickstarter? Dalla sua fondazione il sito di crowdfunding ha aiutati innumerevoli progetti a prendere il volo, stabilendo un modello di successo imitato da molti altri. Eppure nel nostro paese questa forma di finanziamento stenta a decollare, vittima anche di una regolamentazione complessa e onerosa.

 

tommaso d'onofrio

Tommaso D’Onofrio

Abbiamo pensato dunque di intervistare Tommaso D’Onofrio, CEO di Assiteca Crowd, per scoprire di più su Assiteca Crowd Donor.

 

In Italia questo è il primo caso di una piattaforma crowdfunding così indirizzata verso un obbiettivo preciso. Come è nata questa idea?

La nascita di Assiteca Crowd Donor è stata la naturale conseguenza di un percorso già avviato. Il gruppo Assiteca è stato sempre molto sensibile alle tematiche sociali, avendo adottato già da tempo, primo tra i broker assicurativi italiani, il bilancio etico. Dopo la proficua esperienza con il portale di crowdfunding equity based, che fra l’altro è stato artefice della raccolta più elevata in Italia per un progetto relativo ad una start up innovativa a vocazione sociale, (Paulownia social project ha raccolto 520.000 euro in 56 giorni).  Muovendosi su tre ambiti diversi (sport, civic crowdfunding e charities) intendiamo sostenere progetti di notevole impatto sociale. L’accordo con l’Associazione I Borghi più belli d’Italia si muove proprio in questa direzione affiancando il rilancio e la valorizzazione di angoli straordinari del nostro Paese

Ci sono degli esempi all’estero a cui vi siete ispirati in particolare?

Il civic crowdfunding cresce nel mondo in modo esponenziale. Numerose sono le esperienze,  soprattutto statunitensi, che hanno standardizzato i processi di raccolta attraverso il web. Il nostro compito è stato quello di osservare, studiare e adattare le best practices internazionali alle caratteristiche italiane

Già 3 progetti sono stati selezionati per il crowdfunding. Quante applicazioni avete ricevuto fino ad oggi?

Alcune decine. Sicuramente più di quanto ci attendevamo in questa prima fase. La copertura è stata nazionale con un ampia copertura di tutte le regioni. Il ruolo dell’Associazione I borghi più belli d’Italia è stato fondamentale, ma la risposta delle amministrazioni locali, francamente, è stata superiore alle attese.

Quali sono le inside principali da tenere in considerazione prima di lanciare un progetto di crowdfunding?

In primo luogo non bisogna sottovalutare l’importanza dello storytelling. Bisogna essere in grado di trasformare un progetto in un racconto coinvolgente  capace di stimolare l’interesse e la curiosità degli utenti del web.  Non meno importante è la costruzione di un sistema di interazione continua tra proponente e community di riferimento. Un progetto per avere successo deve essere calato efficacemente nel proprio sistema sociale di riferimento.

Quanto influisce l’aspetto della comunicazione sulla buona riuscita di un progetto di crowdfunding?

E’ un aspetto fondamentale. Gli americani affermano “crowdfunding is not for money but for marketing”. Si tratta di una profonda verità. Non esiste crowdfunding senza una strategia di comunicazione adeguata e innovativa.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione I Borghi più belli d’Italia, Assiteca intende  promuovere piccoli, medi e grandi progetti per la riqualifica di alcuni dei luoghi più belli dal punto di vista artistico e culturale.

Questo porterà Assiteca a raggiungere 3 obbiettivi con uno sforzo unico:

  1. valorizzare il grande patrimonio presente nei piccoli centri italiani che sono al momento emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti;
  2. costituire un club in grado di raccogliere le giuste esigenze di quegli amministratori più accorti e più sensibili alla tutela e alla valorizzazione del borgo;
  3. garantire il mantenimento di un patrimonio di monumenti e di memorie che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto;

I progetti saranno selezionati sulla base di diversi parametri tra i quali l’impatto sociale della comunicazione associata all’iniziativa di crowdfunding.

Grazie a Tommaso D’Onofrio per il tempo che ci ha dedicato e complimenti per l’iniziativa.

Per scoprire quali progetti sono già stati scelti e fare la vostra prima donazione potete accedere alla piattaforma da qui.

 

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