Texture, Apple e il futuro dei giornali

Già da qualche mese (marzo 2018) si sa che Apple ha acquisito Texture, la migliore app in circolazione – o almeno così si dice – per leggere notizie sul proprio smartphone.

In questi anni in cui si è parlato così tanto di “morte dei giornali tradizionali” e in cui innegabilmente i giornali hanno perso molto, la notissima società di Cupertino ha deciso di investire proprio su un servizio collegato alla stampa per collegarlo ai propri prodotti.

Texture come Spotify e Netflix

Texture è un servizio in abbonamento a magazine digitali di proprietà di Next Issue Media ed ora parte di Apple. Pagando una sottoscrizione di circa 10 dollari al mese si può accedere liberamente a ben 220 pubblicazioni settimanali e mensili online. Sei le case editrici che stanno dietro Texture e i contenuti racchiudono anche le celeberrime People, The New Yorker, Vanity Fair, National Geographic e Vogue.

Questo schema vi ricorda qualcosa, vero? Forse perché in molti hanno visto in Texture niente meno la Netflix o Spotify dei giornali.
In pratica, funziona proprio come Apple Music, app di proprietà Apple ed integrata ai suoi smartphone che permette di acquistare singoli brani o dischi interi di artisti e musicisti, pagando per il servizio e contenuto.

Al momento l’iniziativa è viva solo negli USA, ma c’è da aspettarsi il release anche extra USA in tempi brevissimi.

Ai tempi dell’acquisto, la dichiarazione ufficiale del Senior Vice President Internet Software and Services di Apple, Eddy Cue, fu la seguente:
“Siamo felici che Apple si arricchisca del servizio Texture e del suo impressionante catalogo di riviste pubblicate da molte delle case editrici più importanti al mondo. Ci impegniamo a offrire giornali di qualità da fonti affidabili e a sostenere i vari magazine nel realizzare sempre più articoli coinvolgenti, interessanti e con splendidi contenuti grafici”.

Una dichiarazione meravigliosa e condivisibile, se non fosse che a pronunciarla è stato proprio una figura di spicco di uno delle aziende più importanti degli smartphone, tra le tante cause non certe della paventata morte dei giornali tradizionali.

Un trend molto molto interessante

L’interessantissima tendenza che possiamo riscontrare nell’ultimo periodo è proprio questa: i giganti della tecnologia stanno comprando i giornali e i grandi ormai in declino della carta stampata (come da titolo di un recente articolo di Rivista Studio) .

Dopo il casus belli  del 2013 – Jeff Bezos (Amazon) che compra il Washington Post – questo trend è diventato di moda e in molti si domandano “Perché?”. Perché, diciamocelo, in fondo: cosa mai se ne farà Amazon di un giornale fondato nel 1877?

I più maligni tirano in ballo la morale, spiegando come questo aiuti i miliardari che mandano gambe all’aria l’editoria tradizionale a dormir meglio la notte, sciacquandosi la coscienza e ponendosi persino come paladini della libertà e della democrazia.

Altri ancora riducono il tutto a una questione di soldi: la carta stampata non costa nulla e, quindi, diventa una commodity per questi giganti – quasi come una squadra di calcio, ma meno scontata.

Quale che sia il motivo, una cosa è certa. I giornali da sempre garantiscono e svolgono una funzione di controllo, scambio e guida nelle democrazie occidentali; nel panorama inquietante del brulicare di fake news e della perdita di dati personali, questo ruolo va difeso e tenuto attivo strenuamente, difendendolo dalla continua scalfittura dei social media nelle nostre vite.

Le app per leggere i giornali su smartphone

In conclusione, vorrei lasciarvi con una brevissima carrellata di quali sono le migliori app per leggere i giornali. Conclusione che sarà anche molto incoerente ma decisamente utile – in accordo con il comportamento dei Big tecnologici nei confronti dei piccoli dell’informazione.

In attesa perciò che Texture sbarchi anche da noi, vi suggerisco:

  • Flipboard: l’app con la grafica più accattivante, decisamente fluida ed intuitiva. Permette di leggere, condividere, salvare contenuti e interessi e aggrega notizie in più lingue e da riviste celebri come Elle o Rolling Stones.
  • News Republic: offre migliaia e migliaia di contenuti e notizie dell’ultima ora su topics scelti dall’utente e molto vari, completa di un sistema di valutazione degli utenti stessi sui contenuti.
  • Pocket: nato come servizio che permette di salvare link ad articoli da leggere dopo, organizzandoli in un Pocket file che alla fine creano una specie di giornale personalizzato, ove è possibile anche aggiustare font e grandezza degli articoli per una lettura davvero su misura.

Buona lettura, quindi – su giornali o su app, ovviamente.

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