Pubblicità e Coronavirus: cresce il traffico, calano gli investimenti

In questo momento difficile, tante cose stanno cambiando. Un settore in trasformazione è quello della pubblicità. Slogan e contenuti si sono adattati all’emergenza, come abbiamo già spiegato nell’articolo Anche la pubblicità “prende le distanze”.

Per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, invece, siamo entrati in un periodo di spending review. Tutti, dalle aziende ai cittadini, vista l’incertezza del futuro, fanno attenzione alle spese. E questo accade anche nel marketing e nella comunicazione.

Tra le vittime, i colossi Facebook e Google

Secondo gli analisti di Cowen & Co, il Coronavirus porta più traffico, ma meno pubblicità. Per i due giganti del web si calcola una perdita in pubblicità di oltre 44 miliardi di dollari a livello globale nel 2020.

Le previsioni dicono che le entrate nette totali di Google subiranno un calo del 18%, pari a 28,6 miliardi di dollari, per quest’anno. Per il social network di Mark Zuckerberg, allo stesso tempo, il calo è stimato intorno al 19%, con meno 15,7 miliardi.

Il dato interessante, come abbiamo accennato poco fa, è il sensibile aumento del traffico. Costretti tra le mura domestiche, cresce il tempo che dedichiamo all’online, senza prestare altrettanta attenzione al portafoglio che, purtroppo, non cresce.

Il paradosso è evidente, ma non è detto che, anche da questa situazione drammatica, non si possa trovare qualche spunto positivo.

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Le strategie di marketing anti-Coronavirus

Nelle ultime settimane, sempre più persone trascorrono parte della giornata in ambiente digitale, tra esperimenti e contenuti completamente nuovi. Forse, il numero di conversioni non è altrettanto alto rispetto a quello che questo traffico in più meriterebbe, ma è innegabile che l’uso del web sia decisamente aumentato, producendo alcune conseguenze:

  1. l’esplosione di tool e piattaforme per incontri online, che oggi fanno parte della nostra quotidianità. Dalle app più classiche, come Skype, Hangout e Facetime, alle recenti Zoom e Jitsi meet. Le loro icone sono, ormai, presenti su tutti i desktop;
  2. l’aumento degli acquisti online. Non solo per elettronica, libri e abbigliamento, ma anche per la spesa alimentare, che eravamo abituati a fare al supermercato.

Mai come adesso è fondamentale essere presenti sul web: social, sito internet, chat di instant messaging devono avere un’immagine coordinata e adottare una comunicazione efficace e coerente con i valori del brand.

Questo è, probabilmente, il periodo più propizio per mettere in campo strategie di branding, per posizionare il proprio marchio o rafforzarlo, con interventi che non siano smaccatamente “markettari”, ma che parlino davvero al target di riferimento.

Oggi più che mai il digitale è una porta di accesso diretto agli utenti, simpatizzanti o fidelizzati. Può essere utile anche per conquistare nuove posizioni. Non è un caso se molte aziende sono scese in campo nella lotta al virus, attraverso donazioni ad ospedali e ONG. Di necessità virtù, insomma, unendo una spinta volontaristica ad una necessità economica.

Durante l’emergenza, c’è anche la possibilità di comunicare, più facilmente e senza retorica, i valori del brand, progettando strategie di content marketing che mostrino risultati, vision e prospettive future. Un’altra idea è quella di rafforzare la propria identità, mostrando il backstage di un lavoro che va avanti, nonostante le difficoltà.

L’obiettivo: umanizzare il brand

Condividere la propria storia per instaurare un rapporto con gli utenti. Questo è il tempo migliore per arare e seminare, raccogliendo risultati concreti quando la situazione si sarà stabilizzata.

Anche se, nell’immediatezza, il numero di conversioni è poco soddisfacente, il consiglio è quello di non spegnere le campagne Google e Facebook. Farlo significherebbe perdere posizioni acquisite negli anni, eliminare il vantaggio competitivo, radere al suolo ciò che finora si è conquistato.

Piuttosto, è bene operare una revisione del budget, ridistribuirlo in ottica emergenziale, puntando su best seller e novità più adatte al periodo.

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L’opportunità del “bonus pubblicità 2020”

Il decreto Cura Italia ha apportato modifiche al bonus pubblicità, che consiste nell’agevolazione di Stato, erogata sotto forma di credito d’imposta da utilizzarsi in compensazione F24, con lo scopo di  incentivare gli investimenti pubblicitari su giornali digitali e cartacei, televisione e radio.

La novità del decreto di marzo 2020 stabilisce che il bonus pubblicità viene concesso nella misura unica del 30% del valore di tutti gli investimenti effettuati, diversamente dal massimo 75% degli investimenti incrementali. Le nuove domande possono essere presentate dall’1 al 30 settembre 2020, da parte di imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali.

Il bonus pubblicità è al 30% sull’intero investimento per l’intero 2020, ed è valido anche per coloro che hanno già presentato le comunicazioni telematiche per l’accesso.

Forza! #italiacheresiste

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