Quando va bene integrare la tua strategia con il Tinder Marketing

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C’è chi, come Amnesty International, l’ha utilizzato per una campagna di advocacy. Chi, come Domino’s Pizza, per lanciare una promozione per San Valentino. Chi ancora come la band emergente Montone per farsi conoscere e scoprire. Stiamo parlando di Tinder, la celebre app di dating che, come tutte le realtà di successo, ha attirato l’attenzione di chi si occupa di promozione e marketing.

Che tipo di strategia si può attuare su questo social? Per chi può avere senso e quali sono gli strumenti messi a disposizione dei brand? Caliamoci, dunque, nel Tinder Marketing per scoprirne pregi e difetti.

come funziona tinder

Come funziona Tinder

Prima di addentrarci nel Tinder Marketing è utile capire come funziona questa popolare app che ha collezionato più di 100 milioni di download in 140 paesi del mondo. Una volta scaricata l’app sullo smartphone è necessario registrarsi, anche traminte Facebook, e creare il proprio profilo con una breve bio, qualche fotografia e l’indicazione di cosa si sta cercando, uomini o donne, quanto distanti da te e in che fascia di età.

A quel punto, l’algoritmo recentemente aggiornato all’app inizierà a proporti una serie di profili “compatibili” rispetto alle quali si possono compiere due azioni: lo “swipe”, ovvero far scivolare il dito sullo schermo, a sinistra per la persona proposta non piace, oppure a destra per un bel like. Quando due persone si piazzano un “like” a vicenda, “it’s a match!”. Solo a questo punto è possibile per i due profili entrare in contatto e aprire una chat privata.

tinder date pizza
Fonte: Facebook.com/Tinder

Il meccanismo è, dunque, piuttosto semplice e asciutto. Sul blog di Tinder si legge, però, che in futuro potrebbe arrivare un aggiornamento interessante: l’introduzione di un feed. Si tratterebbe di uno spazio virtuale dove le persone dopo un match possono restare in contatto e vedere cosa pubblicano gli altri, un po’ come accade nei newsfeed della maggior parte dei social, Facebook in primis.

Perché fare marketing anche su Tinder?

persona che usa lo smartphone

Tinder è sicuramente un’applicazione utilizzata per incontrare nuove persone. L’uso è soggettivo e personale, però un dettaglio che non sfugge a chi si occupa di marketing è la platea di persone che lo utilizza. Secondo i dati del Global Index, infatti ben l’83% degli utenti ha tra i 16 e 34 anni (in particolare, il 38% è nella fascia 16-24 mentre il 45% in quella 25-34). La maggior parte sono uomini, 62% contro il 38% di utenti donne e più di 9 utenti su 10 vive in grandi città o, al limite, in zone suburbane.

Si tratta di un target molto specifico che si può sovrapporre, almeno dal punto di vista anagrafico, a quello di brand che desiderano parlare proprio ai giovani. Questa è una prima ragione per cui investire in una campagna di Tinder Marketing potrebbe aver senso per la tua azienda, ma non è la sola.

I vantaggi della Gamification

Tinder si presta ad alcune attività di marketing anche per il tipo di uso che fanno gli utenti. Sempre secondo i dati del Global Index, ogni giorno vengono effettuati 26 milioni di match e 1,6 miliardi di swipe, segno di una app utilizzata a lungo dagli utenti. È merito anche della forte tendenza alla gamification della grafica che rende la user experience particolarmente gradita ed efficace.

Infine, dal punto di vista del marketing e dell’advertising è una piattaforma ancora poco utilizzata. Chissà che con una campagna ben studiata non sia possibile raccogliere grandi soddisfazioni?

Tinder per il Marketing: quali strumenti a disposizione?

Esistono quattro modalità specifiche per fare marketing su Tinder, messe direttamente a disposizione dall’App che richiede, inoltre, di farle sapere quando parte una campagna di Adv. Ciò anche per evitare epic fail come quello di GAP che, nel 2015, aveva dato avvio ad un’azione di marketing guerriglia senza avvertire e finendo con i profili bloccati.

Gli strumenti, dunque, sono:

  1. Tinder Video ADS – Si tratta di normali video promozionali che vengono mostrati agli utenti durante la fase di ricerca, tra un utente e quello successivo. C’è la possibilità di aggiungere un link direttamente al sito e di sfruttare l’avvio automatico che può attirare l’attenzione.
  2. Tinder Branded Profile Card – In questo caso, è il brand stesso a creare un profilo su Tinder come tutti gli altri iscritti. Questa modalità permette all’azienda ci comparire tra i risultati della ricerca ed essere lei stessa potenziale oggetto di un match. In caso di swipe a destra, si aprirà una chat automatica che consente di dare informazioni specifiche all’utente e condividere link che portino al prodotto o all’iniziativa da promuovere.
  3. Tinder Poll – In questo caso, Tinder mette a disposizione il classico strumento dei sondaggi che vengono rivolgi agli utenti che li possono condividere anche su altri social. È lo strumento giusto per valorizzare e aumentare l’engagement.
  4. Tinder Cards – Questi sono gli annunci sponsorizzati più tradizionali: vengono posizionati come i video, ma prevedono immagini statiche che rimandano con un solo gesto, che sia uno swipe oppure un bottone, al proprio sito.

Una volta che strumenti e target sono chiari, non resta che valutare se il Tinder Marketing risponda effettivamente alle proprie esigenze di promozione. Chi l’ha provato, da Algida a Jason DeRulo, suggeriscono che funzioni e i risultati, comunicati da Tinder stesso, svelano un alto grado di conversione. Non resta che, se in target, provare, puntando sulla leggerezza.

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