Digital Marketing
Trend e strategie del marketing del futuro: insight dall’ECOffee con Elena Aniello
29 Dicembre 2025
L’ECOffee “Le strategie e le tendenze del marketing del futuro”, organizzato da L’Eco della Stampa, ha offerto un’occasione di riflessione puntuale sul panorama del marketing a venire. Elena Aniello, Chief Marketing & Growth Officer di Publicis Groupe Italia, ha messo in luce come le trasformazioni in atto, nei comportamenti, nella tecnologia, nei desideri, richiedano un ripensamento del modo in cui comunichiamo, creiamo valore e proponiamo esperienze.
Di seguito, un approfondimento tecnico‑creativo con spunti riflessivi per comprendere insieme non solo i temi emersi, ma il significato dietro di essi.
I punti chiave emersi dall’ECOffee
Il concetto di “marketing del futuro” non è un detour alla fantascienza, ma un’aggiunta di consapevolezza al presente. Le trasformazioni che Aniello ha evidenziato non sono solo “domani”, sono già in corso. Il vantaggio è costruire processi che guardano avanti, ma che partono dalle risorse che avete oggi.
Ecco i principali temi sul futuro del marketing trattati durante l’ECOffee, con commenti e strade operative.
1. Le tendenze sul futuro del marketing: cosa funziona oggi e cosa cambierà
In primo luogo viene sottolineata l’importanza di considerare come sono cambiate strategie, strumenti e pubblico nel tempo. Si è passati da strategie “mass‐media” a modelli più personalizzati, conversazionali, basati sull’esperienza.
Questo significa che i clienti non vogliono più solo “essere visti”, vogliono “essere coinvolti”.
Il marketing non è solo push, ma dialogo e partecipazione.
2. La ricerca “Trend or Hype 2025”
Durante l’ECOffee è emerso il tema della ricerca di viralità, ma non tutti i fenomeni sono trend sostenibili, alcuni sono solo hype passeggeri. Bisogna valutare quali “novità” introdurre nei progetti, quali attendere e quali sono in linea con il posizionamento e gli obiettivi di business. Non tutto ciò che è nuovo è valido a lungo termine.
È facile cadere nella trappola dell’hype: tecnologie come metaverso, live‑shopping ultra‑interattivi, filtri AR possono sembrare “cool”, ma senza contesto o senza pubblico pronto rischiano di diventare costi senza ritorno.
Essere anticipatori è una forza, ma può diventare debolezza se si investe in formati che l’audience non comprende.
3. Marketing e nuove priorità: tecnologia, tempo, significato
Le persone chiedono più tempo libero, più significato nelle esperienze e maggiore trasparenza. Dato che la priorità dell’audience si sposta verso più tempo libero e qualità, è fondamentale ripensare a soluzioni che semplificano l’esperienza utente e al contempo aggiungono micro‑momenti di gioco.
Il ruolo della tecnologia è vitale, ma non è solo “essere su tutto”: è “essere dove serve” e “usare la tecnologia per liberare tempo e focalizzarsi su ciò che conta”.
Il tema centrale ricade sul fatto che non bisogna cadere nell’errore di presumere che “più tecnologia = più valore”. Spesso il cuore del valore è la semplicità, la chiarezza, la connessione umana. Vale proprio per la user experience dei vostri progetti web, video e social.
Conclusione
Il quadro emerso dall’ECOffee suggerisce un marketing che riesce a leggere la vita reale delle persone: nei loro tempi, nelle loro soglie di attenzione, nei loro desideri di esperienze più semplici, utili e significative. Se il futuro porta complessità, il compito delle aziende è trasformarla in chiarezza. È lì che tecnologia, creatività e strategia smettono di essere compartimenti stagni e diventano una leva unica per generare valore.
A mio avviso, il vero discrimine nei prossimi anni non sarà tra chi usa più Intelligenza Artificiale, più contenuti o più piattaforme, ma tra chi sa interpretare il senso di ciò che introduce e chi invece rincorre l’hype. Il marketing del futuro non premia il rumore, premia la pertinenza. È una sfida che richiede rigore, ma anche immaginazione: quel mix raro in cui il pensiero critico e la sperimentazione convivono senza annullarsi a vicenda. Un terreno perfetto per chi vuole progettare esperienze che non siano solo nuove, ma necessarie.