Disinformazione e AI: il fact checking contro fake news e manipolazioni

Nel 2025 la disinformazione cresce con AI e deepfake. Ecco come il fact checking evolve per difendere informazione e democrazia.

La disinformazione nel 2025 ha assunto dimensioni impensabili grazie all’intelligenza artificiale. Deepfake sempre più convincenti, campagne orchestrate da algoritmi avanzati e NewsBot che generano contenuti falsi su scala industriale hanno trasformato radicalmente il panorama dell’informazione, rendendo il fact checking nell’era AI una disciplina tecnologicamente avanzata essenziale per la democrazia.

Le nuove minacce al fact checking nell’era AI

Deepfake e manipolazioni automatizzate

I deepfake sono diventati una minaccia quotidiana tangibile. Durante le elezioni americane del 2024, il video condiviso da Elon Musk mostrava un falso spot di Kamala Harris con voce clonata che dichiarava “Mi candido perché Biden ha rivelato la sua demenza senile”. La tecnologia permette ora deepfake in tempo reale durante videochiamate dal vivo, rendendo vulnerabili anche le comunicazioni più riservate.

NewsBot: la fabbrica delle fake news

Da maggio 2023 a febbraio 2024, NewsGuard ha identificato 725 siti web che generano contenuti senza supervisione umana. Questi sistemi non producono solo singoli articoli, ma creano intere testate false complete di redazioni fittizie e cronologie coerenti. La loro velocità di produzione supera qualsiasi capacità umana, rendendoli particolarmente pericolosi durante eventi in rapida evoluzione.

Reti coordinate e guerra cognitiva

La disinformazione del 2025 si basa su ecosistemi complessi di account automatizzati. Dietro le fake news ci sono i servizi segreti russi che sfruttano reti di bot e influencer inconsapevoli. Un esperimento dell’Università di Amsterdam ha dimostrato che le strategie tradizionali per ridurre hate speech hanno effetti minimi su reti interamente automatizzate.

Il panorama italiano: protagonisti e innovazioni del fact checking

Facta: l’innovatore tecnologico

Lanciato nel 2023 con finanziamenti dell’ European Media and Information Fund, Facta si distingue per l’approccio tech-oriented. Il progetto “Spread the Facts 2024” finanziato da Meta ha creato un chatbot WhatsApp per verifiche istantanee, combinando algoritmi di machine learning con verifiche umane specializzate.

La collaborazione Facta – L’Eco della Stampa

L’Eco della Stampa è da sempre impegnata nella lotta alla disinformazione, ed è per portare avanti questa battaglia che ha stretto una partnership con Facta attraverso il format “Facta Manent”. La collaborazione ha prodotto cinque video-puntate dedicate all’analisi approfondita delle fake news più diffuse e delle tecniche di manipolazione:

L’Eco della Stampa, attraverso questa iniziativa, si posiziona come protagonista attivo nella promozione dell’alfabetizzazione mediatica e della corretta informazione, mettendo a disposizione strumenti educativi accessibili per contrastare la disinformazione su larga scala.

Qui, puoi recuperare i nostri appuntamenti On Demand in collaborazione con Facta, interamente dedicati al tema della disinformazione.

Pagella Politica: il riferimento nazionale per il fact checking

Pagella Politica rimane l’unico sito italiano dedicato interamente al fact-checking politico. Nel 2024 ha verificato 405 dichiarazioni di politici italiani, integrando strumenti AI per il monitoraggio automatico e sviluppando protocolli specifici per identificare dichiarazioni manipolate da deepfake audio.

BUTAC: specializzazione sanitaria

BUTAC ha dovuto evolversi per affrontare la disinformazione sanitaria generata dall’AI: contenuti che simulano articoli scientifici, falsi studi clinici automatizzati e deepfake di medici che promuovono cure miracolose richiedono strumenti di verifica specializzati.

Open e Open Migration: giornalismo integrato

Open rappresenta l’integrazione del fact checking nel mainstream, analizzando intere narrazioni manipolative generate da reti automatizzate. Invece, Open Migration si specializza sui temi migratori, settore particolarmente vulnerabile alle campagne automatizzate che sfruttano paure e pregiudizi.

Tecnologie di contrasto

Il 2025 ha introdotto strumenti rivoluzionari:

  • algoritmi anti-deepfake con precisione superiore al 95%;
  • sistemi blockchain per certificare l’autenticità dei contenuti;
  • reti neurali che identificano pattern linguistici dei NewsBot;
  • piattaforme collaborative per condivisione istantanea di verifiche.

La battaglia più interessante si combatte tra AI che creano disinformazione e AI che la contrastano, con sistemi addestrati su database di fake news italiane.

Regolamentazione e collaborazioni

Il nuovo Codice UE di Buona Condotta cita i deepfake come minaccia e impegna le piattaforme a sviluppare strumenti di contrasto. Il Digital Services Act fornisce il quadro legale, mentre un consorzio di Google, Microsoft e OpenAI ha stipulato accordi per contrastare deepfake elettorali.

In Italia, la Farnesina ha lanciato “Liberati Dalla Disinformazione”, analizzando 750 casi di manipolazione nel 2023, riconoscendo la disinformazione come minaccia alla sicurezza nazionale.

Sfide future per il fact checking

Il fact checking nell’era dell’AI del 2025 affronta sfide inedite:

  • velocità vs precisione: rispondere rapidamente senza compromettere la qualità;
  • scalabilità: un sistema AI può generare migliaia di articoli falsi al giorno;
  • guerra cognitiva: creare incertezza epistemologica generale;
  • sostenibilità: finanziare tecnologie avanzate mantenendo indipendenza.

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