TikTok per costruire il personal branding del futuro

Personal branding su TikTok

Negli ultimi mesi l’attenzione mediatica italiana ed internazionale si è focalizzata su Khaby Lame. Il ragazzo, poco più che ventenne, ha ottenuto un successo planetario grazie al suo seguito su TikTok dove può contare oltre 90 milioni di follower. Khaby è nato in Senegal ma già dall’età di un anno si è stabilito con la famiglia a Chivasso, cittadina nel torinese.

Il brillante ragazzo ha iniziato ad ironizzare amabilmente i life hack più strani e fallimentari osservati sui social media, ovvero quei metodi o quegli oggetti che dovrebbero aiutare a risolvere semplici problemi quotidiani come il dover aprire un cartone del latte, conquistandosi così l’apprezzamento e la simpatia degli utenti.

Khabane Lame ha raccontato in diverse interviste una circostanza privata di certo meno comica, cioè di aver perso il proprio impiego durante la crisi pandemica da Covid-19. Tuttavia, seguendo la filosofia senechiana calamitas virtutis occasio est, secondo cui momenti più bui sono occasione di sfoggio di virtù, ha trasformato questa difficoltà in un’opportunità, implementando la sua produzione di video TikTok ironici che hanno improvvisamente iniziato a spopolare sul web, diventando di fatto la sua attuale professione grazie alla monetizzazione delle views.

Il personal branding del futuro si costruisce con TikTok. Ecco come

Il giovane creator è solo uno tra gli ormai molteplici tiktoker e influencer che sono riusciti a trasformare la propria presenza sul social cinese in un mestiere. Parallelamente alla nascita di questa figura lavorativa, si è sviluppato un nuovo fenomeno: quello della costruzione del personal branding su TikTok. In questo modo è possibile promuovere le proprie skill attraverso microvideo originali caricati sulla popolare app, con lo scopo di un’eventuale assunzione.

Tra i vari ad aver tentato questa strada innovativa per la ricerca di un lavoro, troviamo l’inglese Jay Beech. Beech è diventato virale lo scorso maggio con un video molto accattivante in cui mostrava tutta la sua verve creativa e le sue capacità sulle note della canzone degli ABBA Mamma Mia.

Il mini filmato gli ha permesso in sole 48 ore di ricevere oltre 20 chiamate da parte di aziende interessate a fissare un colloquio. Dopo appena due settimane, è iniziata la sua nuova esperienza in quello che lui stesso ha definito il lavoro dei suoi sogni.

Questo caso di social personal branding preso ad esempio mostra quindi le potenzialità di un canale di comunicazione nato originariamente per postare le proprie performance di balletti e sketch, ma che negli ultimi anni si è diffuso in maniera portentosa tanto da riuscire ad invadere gli altri campi della comunicazione.

Il nuovo progetto pilota di TikTok per trovare lavoro

Forse prendendo spunto da personaggi come Jay Beech, i vertici di TikTok hanno deciso quindi di avviare un nuovo esperimento, implementando l’app con una sezione ad hoc titokresumes.com, nella quale è possibile caricare il proprio CV in formato video con una durata fino a 3 minuti, in modo da poter rispondere in maniera diretta agli annunci pubblicati dalle aziende aderenti all’iniziativa. Si tratta, infatti, per il momento, di un progetto pilota, attivo solamente negli Stati Uniti dal 7 al 31 luglio.

Ovviamente c’è molta curiosità di conoscere quali saranno i risultati del test, per capire se TikTok potrebbe prendere il posto di LinkedIn, il social finora più utilizzato nel mondo del lavoro, quantomeno per la Generazione Z.

Uno scenario del genere risulta ancora più plausibile andando a osservare le statistiche sull’utilizzo dei social. Queste rivelano come TikTok abbia superato Instagram tra gli utenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Inoltre, tra tutti gli iscritti a LinkedIn solamente il 19,3% è rappresentato da persone appartenenti a questa fascia anagrafica.

TikTok statistiche
LinkedIn statistiche per fasce d'età
Presenza su LinkedIn per fasce d’età

Sviluppare il personal branding su TikTokResumes

Come spiegato da Nick Tran, capo del Marketing globale di TikTok, esiste già quella che lui stesso chiama “la sottocultura #CarreerTok” e l’obiettivo della funzionalità resumes è quello di istituzionalizzarla per comprendere fino in fondo le sue potenzialità, così da offrire un servizio sempre più completo ed efficace.

Appare quindi evidente come il social creato dalla società cinese ByteDance abbia possibilità di evolversi così da rendere più semplice e accattivante l’incontro tra domanda e offerta nel settore occupazionale, andando a mutare radicalmente i vecchi processi consolidati nella società, come la redazione e l’invio di un CV in pdf o cartaceo.

In questo modo si potrebbe offrire ai più giovani alla ricerca di un lavoro la possibilità di sfruttare al meglio un tipo di linguaggio con il quale hanno più dimestichezza rispetto alle generazioni passate per costruire il proprio personal branding. Inoltre, è possibile garantire alle risorse umane delle varie compagnie un materiale attraverso cui poter esplorare a più ampio spettro la personalità del candidato.

Come funzionano le super app in Cina

Gli iscritti a TikTok potrebbero utilizzare la stessa piattaforma sia per il proprio tempo libero che per sviluppare la sfera professionale. Un approccio tipico di quelle che in Cina vengono chiamate super app, vale a dire delle piattaforme che combinano al loro interno più funzioni.

Un esempio classico è quello di WeChat, attraverso la quale, oltre alla possibilità di inviare e ricevere diversi formati di messaggi dai propri contatti, si possono effettuare i pagamenti per le proprie spese e condividere status, foto e video. In questo modo è come accedere a un sistema che mette insieme WhatsApp, Facebook, Instagram e le diverse app cashless.

Questo approccio olistico sta prendendo piede anche in occidente e in particolare nella Silicon Valley. Le big tech statunitensi si trovano tutavia nella posizione inedita di rincorrere le innovazioni introdotte dalle concorrenti cinesi.

Tuttavia, accanto ai benefici di poter sfruttare una stessa app per vari utilizzi, esistono anche i pericoli per la propria privacy che inevitabilmente ne derivano. Un tema diventato sempre più centrale per la salvaguardia delle informazioni personali degli utenti.

I prossimi CV saranno in formato video?

Non è difficile quindi immaginare un ulteriore sviluppo del personal branding professionale in una forma sempre più anticonvenzionale, attraverso quindi la pubblicazione di immagini e video in grado di rappresentare più di ogni altro CV classico i propri punti di forza e di debolezza.

Contestualmente diventa ancor più necessario comprendere fino in fondo quali possono essere i rischi della propria privacy, in modo da riuscire a proteggere la propria identità digitale dai cosiddetti “pericoli della rete”.

Non si può fare a meno di essere curiosi pensando a quelli che potranno essere i futuri processi per la selezione del personale, i quali potrebbero consistere nella visione di video sempre più originali e divertenti, in cui i rappresentanti della Generazione Z e, forse, delle successive, dovranno riuscire a conquistare il proprio interlocutore dimostrando di essere le persone più adatte a ricoprire quel determinato ruolo.

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