Le Start-up e la rivoluzione culturale

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Sempre più spesso il cambiamento sociale o culturale è guidato dalle imprese, in particolare dalle nuove iniziative, come le Start-up. Con Start-up innovativa si intende proprio la produzione di un oggetto o servizio finalizzato allo sviluppo, sia esso ad alto valore tecnologico, culturale o sociale.  E’ questo il nuovo ruolo dell’impresa. Proprio per questo è fondamentale avere consapevolezza dei meccanismi del proprio brand, come ad esempio monitorare la propria immagine, la propria brand awareness, nonché costruire fin dall’inizio un piano di comunicazione efficace, coerente con i valori dell’azienda.

Una Start-up, all’inizio della sua storia, mira a diventare un’impresa con un business model unico ed efficiente. In origine, questo termine veniva usato per indicare quelle attività di nuova istituzione. Di solito le Start-up si concentravano quasi sempre su prodotti tecnologici e all’avanguardia, principalmente nel settore dell’informatica. Con il passare del tempo e delle iniziative, le proposte sono diventate sempre più diversificate, così il termine Start-up ha perso la sua restrizione settoriale e include un cambiamento molto più ampio.

Quali sono le caratteristiche di una Start-up?

  • La temporaneità, poiché lo stato di Start-up è uno stadio iniziale e di passaggio che porta poi ad essere una vera e propria impresa.
  • Un metodo di sperimentazione, del proprio modello di business e della strategia da attuare, che viene provato e modificato a seconda delle necessità, con una fase dunque di test molto intensa.
  • Il modello di business deve essere unico ma anche scalabile, ovvero deve garantire una crescita su larga scala, questo è l’obiettivo della Start-up.

L’ideologia della Start-up innovativa è proprio quella di cambiare il mondo in modo positivo. Il motto di Google all’inizio della sua ascesa era “Don’t be evil”. La mission di Facebook invece poteva essere riassunta nel motto “Connecting people, building community, and bringing the world together. “

Si tratta sicuramente di due Start-up che ce l’hanno fatta, oggi sono infatti due colossi che hanno letteralmente cambiato il mondo. Si tratta anche di esempi eloquenti che sono partiti con una spinta etico-sociale che, molto spesso, costituisce il motore per creare una Start-up. Sono spesso casi in cui l’individuo, con la sua intraprendenza, ha mosso meccanismi molto più velocemente rispetto alla lentezza delle istituzioni. Puntare sulle Start-up può dunque essere un modo per intraprendere una vera e propria rivoluzione culturale.

Un segnale di speranza dopo un periodo difficile

Secondo diversi studi pare che nell’ultimo anno il 70% delle Start-up italiane abbiano effettuato nuove assunzioni, si può dire dunque che godano di ottima salute. Questa tendenza è già stata confermata anche per il 2021, ci sono almeno 4 imprese su 5 che vorrebbero ampliare i propri organici.

Le Start-up sono state in grado dunque di creare occupazione in un momento difficile. Nello stesso modo le Start-up a vocazione culturale sono state presentate come il giusto passo in avanti per contribuire a un’innovazione sociale, in grado di colmare gran parte delle contraddizioni che sono emerse nell’ultimo periodo di pandemia, che ha sottolineato spesso l’arretratezza di alcune forme tradizionali di comunicazione e di fare impresa. Oggi dunque le Start-up rappresentano una promessa di una rinascita economica, ma anche culturale, del nostro Paese.
Inoltre, c’è da dire che quasi una su cinque delle Start-up italiane, esattamente il 19,9%, è fondata da under 35, che sono proprio le voci del futuro e del cambiamento.

Start-up italiane che vogliono cambiare il mondo

Di esempi ce ne sono moltissimi, ma iniziamo con una delle prime imprese sociali della cultura tutta italiana, ovvero Kalatà! Dove l’arte diventa avventura. Fin dall’inizio questo progetto ha voluto applicare la finanza di progetto al patrimonio culturale italiano.

Nicola Facciotto è il CEO e fondatore di Kalatà. Il cuore del progetto è quello di costruire un’esperienza, ma soprattutto ridare luce ai tesori architettonici del territorio italiano. Il tutto costruendo percorsi che preferiscono un linguaggio diretto adatto a tutti che evita tecnicismi di settore. Ma soprattutto, la Start-up mira ad aprire nuove prospettive e modi di guardare all’arte. Un esempio? La visita organizzata al Santuario di Vicoforte si svolge a ben 60 metri di altezza, sui percorsi utilizzati da coloro che affrescarono la cupola.

Sulla stessa onda, proprio durante questo ultimo anno di pandemia, nasce anche Revelia, la prima piattaforma on-demand che gestisce un patrimonio culturale minore. Da qui le visite prenotabili si attivano in automatico, a fronte di un certo numero di partecipanti. Questo è solo uno dei tanti esempi virtuosi che mirano a valorizzare un patrimonio che c’è già, ma le cui potenzialità vengono spesso dimenticate.

Le Start-up al servizio dell’arte

Le start-up al servizio dell'arte

Esistono tantissimi altri esempi che, presto o tardi, diventeranno dei veri e propri assi nella manica, per favorire un cambiamento culturale positivo nelle nostre vite. 

Lapisly valorizza l’arte e la creatività, soprattutto per i nativi digitali. Si tratta di un’esposizione intelligente di opere d’arte che per la prima volta diventano animate e interattive. In questo modo si possono esplorare come se fossero dei veri e propri paesaggi magici e immersivi. L’iniziativa è partita da una casa editrice digitale con lo stesso nome, lanciando il suo nuovo progetto iPad “ExplorArt Klee – L’Arte di Paul Klee“.

CoMwork dimostra che l’innovazione digitale è uno dei fattori che può maggiormente incidere sul cambiamento culturale. Questo risulta possibile solo se, alla base, regna un atteggiamento propositivo e disponibile, anche nei confronti delle nuove tecnologie. Questa è l’idea che sta dietro alla nascita della Start-up coMwork, la prima applicazione in cloud che permette di gestire le collezioni museali, e che riesce a integrare i processi tradizionali con quelli digitali.

Alzhalarte invece nasce come un vero e proprio programma che ha l’obiettivo di aprire le porte dei musei per orientare e includere gli anziani che attraversano un periodo di decadimento cognitivo e i loro caregiver, alle pratiche delle arti contemporanee. Questo progetto vuole formare formando una community con strumenti creativi e attività continue, per partecipare alla vita culturale della città e sostenere una categoria fragile.

Libri e lettura

ReadRunner rappresenta una piattaforma che riesce ad aiutare chi ha difficoltà con le parole scritte: non legge al posto tuo, come si potrebbe pensare, ma ti fa leggere. È stata pensata principalmente per quei bambini che sono affetti da dislessia. ReadRunner vuole creare un ecosistema collaborativo fra ragazzi, genitori, terapisti e scuola, mirando a costruire una community di lettori sempre più inclusiva, attraverso proposte divertenti mobile e web-based che verranno integrate con biblioteche, musei e librerie.

Bookatering anche questa innovativa Start-up nasce con l’obiettivo di raggiungere pubblici inattesi proponendo temporary bookshop per festival ed eventi, ma anche libri come bomboniere ai matrimoni, libri a domicilio per party privati, libri per aziende e per le vetrine dei negozi. Sempre mantenendo la cura della libreria indipendente.

Per approfondire ulteriormente, ecco un’interessante video-intervista ad Alessio Boceda, start-up evangelist e co-fondatore di “Startup Geeks”: guarda l’intervista.

Buona visione!

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