La forza dei legami deboli: una startup italiana alla sfida di LinkedIn

Si chiamano legami deboli, ma stringono come un filo d’acciaio e possono salvare la vita. I nostri nonni, abituati ai proverbi, li descrivevano con poche parole: “Un buon vicino di casa vale più di un familiare”. Oggi è la sociologia a riconoscere il valore dei “sentimenti minori” che, spesso, alleviano le asperità del quotidiano. E Mark Granovetter, uno dei maggiori studiosi della materia, arriva a dichiarare che “i legami deboli sono più forti dei legami forti”.

Le ultime ricerche scientifiche sul valore dei legami deboli sono state condotte da Daniel Miller, che ha indagato per un anno due contesti differenti. Secondo l’antropologo, in Norvegia il telefono ha permesso di rafforzare le famiglie, costrette dal lavoro e dagli impegni scolastici a stare fuori casa per parte della giornata. In Giamaica, invece, è accaduto il contrario. Nelle aree più disagiate del Paese, il cellulare è stato fondamentale per instaurare relazioni, al di là delle parentele.

Solidarietà per telefono

Analizzando le conversazioni nel 2004, quando lì ancora non esisteva la connessione ad Internet, Miller ha capito come le persone diano particolare importanza alla quantità di contatti in rubrica. Ogni numero rappresenta un collegamento con il mondo esterno. Ampliando il proprio network, in effetti, dagli anni Duemila ad oggi molti hanno trovato lavoro, arginando la povertà che li costringeva ai margini. Le reti sociali estese, che si formano grazie a legami deboli e differenziati, offrono grandi opportunità e, allo stesso tempo, ogni individuo al loro interno si mostra più propenso ad offrire aiuto. Secondo Daniel Miller, si può creare un circolo virtuoso nel quale le relazioni di fiducia e cooperazione alimentano ulteriori connessioni.

Una piattaforma made in Italy per ampliare la propria rete

Oggi sono prevalentemente i social network a svolgere una funzione cruciale nella intermediazione. E, sempre più spesso, si rivelano fondamentali nella ricerca del lavoro. Ne è convinto Lorenzo Vacca che, assieme a Luca Tamborino Frisari e Federico Pedron, ha appena fondato Zwap, un sito Internet che offre agli iscritti la possibilità di ampliare le proprie conoscenze professionali, senza dimenticare la componente emozionale, l’elemento che la startup ha maggiormente a cuore.

Lorenzo Vacca, Luca Tamborino Frisari e Federico Pedron

“Grazie ad un algoritmo che considera obiettivi ed interessi in comune – spiega Lorenzo Vacca, laureato a Trento con lode in Relazioni internazionali – junior e senior si possono incontrare virtualmente. In questo modo, viene massimizzata l’utilità delle riunioni per ogni utente, che può accrescere le proprie conoscenze”.

È nata durante l’autoisolamento, causato dall’emergenza sanitaria, l’idea di Zwap. I fondatori, tutti under 25, trovandosi di fronte un mercato del lavoro statico, hanno deciso di condividere le proprie reti, per trovare nuovi spunti e possibilità di business in ambiti prima inesplorati. “Cerchiamo di integrare le nostre competenze radicalmente diverse – afferma Lorenzo – ma complementari: c’è chi si occupa di innovazione e management, oppure di finanza e intelligenza artificiale”. 

Qual è il vantaggio di Zwap rispetto alle altre app per lo sviluppo dei contatti professionali?

“Zwap adotta un approccio differente dalle attuali piattaforme social, cioè riparte dalla componente più umana e significativa di ogni interazione. Vogliamo ricominciare dall’incontro 1-to-1, tra persone capaci di condividere esperienze significative, dare un supporto smart e diretto. Garantiamo un controllo qualità sulla user base e un’introduzione tra i due Zwappers, così chiamiamo gli iscritti, che si trovano. Poi, validiamo l’utilità di ogni video-chiamata tramite un feedback che ci aiuta a riorientare gli algoritmi di matching. In breve, vogliamo fornire introduzioni efficaci a professionisti che non si sarebbero mai incrociati ed incentivare a costituire legami duraturi”.

Ad un mese dal lancio, Zwap ha oltre 1300 iscritti. Ci sono manager e dipendenti delle maggiori società di consulenza, giovani startupper, esperti di tecnofinanza, docenti universitari e creativi che operano nel mondo della moda. I temi sui quali vertono le riunioni sono disparati: dalle evoluzioni dell’intelligenza artificiale al cambiamento climatico, dalla politica al digitale, molto dipende dalle affinità che si scoprono tra i membri della community.

La pagina LinkedIn di Zwap

Quanto sono importanti i legami deboli per trovare lavoro? 

“Moltissimo, soprattutto perché i legami deboli forniscono una vision ampia su diversi settori del mercato, che possono essere più dinamici di altri. In un certo senso, stiamo sistematizzando questa idea per offrire un servizio utile alla comunità. Inoltre, da quello che ci dicono i nostri utenti, i legami deboli forniscono assets importantissimi per migliorare la performance lavorativa, l’accesso ad un contatto può risparmiare ore di ricerca, fornire soluzioni, o un thinking outside the box”. 

Come favorire il match perfetto, l’incontro tra domanda ed offerta? 

“Gli Zwappers vengono associati secondo un indice di affinità che considera obiettivi ed interessi inseriti in fase di registrazione. L’algoritmo viene costantemente aggiornato proprio per «l’effetto Zwap»: gli utenti tendono a cambiare dinamicamente il proprio punto di vista che li spinge a voler confrontarsi con persone sempre diverse. Da una parte, la nostra app offre la via più rapida per dialogare direttamente con professionisti simili a sé, dall’altra offre costantemente nuovi stimoli. Ad oggi, siamo in 6 a lavorare in Zwap e molti di noi non si sono mai visti di persona”.

Tre motivi per cui dovremmo iscriverci a Zwap!

  • Generare una connessione reale, ogni settimana, con top professionisti e talenti affini a sé.
  • Accedere ad opportunità di business, scambiare best practices e condividere la propria esperienza.
  • Incontrare persone che non avreste mai incontrato prima.
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