Analisi dei competitor: a cosa serve e come farla

Competitor

L’analisi dei competitor consiste nello studio della concorrenza del proprio brand, per comprendere le strategie di vendita e di marketing utilizzati nella fetta di mercato che si presiede. Studiare la concorrenza, ovvero i marchi presenti nella nostra fetta di mercato, è un modo per analizzare i loro punti di forza e debolezza, ma anche per avere una migliore consapevolezza della storia e dei prodotti del proprio brand.

Se eseguita in modo corretto, un’analisi della concorrenza può dare molte informazioni  sia a livello qualitativo che quantitativo. Infatti, se si vuole sopravvivere all’interno di un mercato, l’unico modo è studiarne il panorama e identificare nuovi prodotti e servizi, che magari gli altri non offrono o non offrono al meglio. 

Studiare la concorrenza è fondamentale per capire cosa c’è di unico nel proprio brand rispetto a tutti gli altri. Si tratta di una consapevolezza per poter costruire delle strategie improntate a comunicare quei punti di forza che possono interessare di più i clienti e che ci differenziano maggiormente. Ogni cliente che si avvicina a un prodotto o servizio cerca anche di fare un confronto con i competitor, per portarsi a casa la soluzione migliore. 

Concorrenza diretta e indiretta

L’analisi dei competitor è un esercizio di empatia, si tratta di mettersi nei panni dei propri consumatori e capire, dalla loro prospettiva, cosa gli puoi davvero offrire. Come prima cosa l’analisi dei competitor identifica concorrenti primari e secondari. I competitor diretti o primari, sono quelli che offrono un prodotto o un servizio simile al tuo brand, tanto da poter essere quasi sostituibile, e che dunque si rivolgono agli stessi clienti, anche a livello di territorio. I competitor indiretti sono invece coloro che offrono un prodotto diverso dal tuo brand, ma che soddisfano la stessa necessità o che risolvono lo stesso problema di un target simile. 

Questi due tipi di competitor non vanno confusi, altrimenti si rischia di mettere in atto delle strategie sbagliate. Di solito ci si concentra sulla concorrenza diretta, ma è importante ricordare che in qualsiasi momento le posizioni di concorrenza potrebbero cambiare, per cui bisogna sempre tenere d’occhio anche i concorrenti indiretti, che potrebbero facilmente diventare diretti. Questo infatti è un motivo valido per cui l’analisi dei competitor andrebbe fatta molto spesso.

I punti più importanti dell’analisi dei competitor

Quando si analizza il proprio mercato bisogna inoltre identificare i punti di forza di ciascun concorrente. È l’unico modo per avere una visione chiara su cosa fanno meglio, oppure su cosa non fanno. Inoltre, sono proprio queste le informazioni in grado di guidare una strategia efficace, capendo dove agire per costruire un servizio migliore e più completo, sapendo perfettamente dove non si potrà trascurare alcun dettaglio. Tutte queste informazioni possono essere divise tra:

  • Points of Difference (PODs), ovvero le caratteristiche che tu offri ma che non offre il tuo competitor;
  • Points of Irrelevance (POIs), le caratteristiche che non interessano ai clienti.

Un altro ottimo modo per proseguire con l’analisi è quella di monitorare i social network e la rassegna stampa dei propri competitor, per capire come sono riusciti a costruire la propria brand awareness presso i loro consumatori. Bisogna anche eseguire con attenzione un’attività di social listening, per imparare ad ascoltare i propri consumatori. Per farlo un ottimo modo è quello di diventare un utente del prodotto di uno dei competitor diretti, per osservarne la comunicazione, cercare recensioni e valutazioni, e individuarne pregi e difetti.

La matrice Swot

Per ordinare tutte queste informazioni puoi utilizzare un grafico che unifichi un approccio di ricerca qualitativa e quantitativa, utilizzando la matrice SWOT. SWOT, sta per l’acronimo di Strenghts, Weakness, Opportunities, Threats.

Mettere tutte le informazioni raccolte in una matrice è utile per avere un quadro più chiaro di dove si trova il proprio brand e cosa può fare per crescere di più in rapporto ai suoi competitor. Per condurre una SWOT analisi può essere utile seguire le seguenti domande: 

Punti di forza:

  • Qual è la cosa che fanno meglio i tuoi competitors?
  • Su cosa si basa la loro brand awareness?

Punti di debolezza:

  • Di cosa si lamentano i clienti?
  • Quali problemi è possibile riscontrare quando si acquista un prodotto dal proprio competitor??
  • Quali prodotti o servizi non vengono offerti (ma sarebbe utile offrire)?

Opportunità

  • I vostri concorrenti stanno facendo qualcosa che apre un’opportunità che sarebbe possibile sfruttare?
  • Hanno di recente smesso di vendere qualche servizio o cambiato qualcuno dei loro prodotti?

Minacce:

  • La concorrenza sta facendo delle manovre che potrebbero attaccare la propria attività? Ad esempio, hanno abbassato i prezzi, offrono nuovi prodotti o si stanno trasferendo in una nuova località?

Altri strumenti per un analisi dei competitor efficace

Oltre a tutto questo, essere ben posizionati su Google, vuol dire fare la differenza rispetto alla concorrenza. Per questo motivo può essere molto utile effettuare un’analisi su Google. Per facilitare questo lavoro ecco alcuni tool online facili da utilizzare.

Mention

È un tool con alcune caratteristiche che si sbloccano a pagamento, ma che può essere utilizzato online anche gratuitamente. La sua peculiarità è quella di raccogliere in un’unica pagina gli aggiornamenti online che citano una determinata keyword. Inoltre analizza, in modo più preciso rispetto a Google Alert, le query che possono interessare il proprio business, come ad esempio il nome dei competitors.

SEMrush

È un tool tra i più usati per l’analisi competitor Seo (Search Engine Optimization). Può essere utilizzato per effettuare un confronto tra il proprio sito web e quello di un concorrente, per visionare il posizionamento, le query più utilizzate e il traffico.

Ahrefs

È un tool a pagamento in grado di verificare la Seo e soprattutto il backlink, ovvero quei link esterni che richiamano il proprio sito. 

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